SOCIALMENTE
Stagione 2017-18
venerdì 02 Marzo
ore 21.00
ATTENZIONE!
Lo spettacolo è ANNULLATO a causa di problemi logistici legati al maltempo ❄❄❄☃☁☂
Ci scusiamo con tutti 🙁
Per chi avesse già acquistato il biglietto, sarà possibile ottenere un rimborso (recandosi in biglietteria) o convertirlo con quello di un altro spettacolo della Stagione PROSA 2017/18 ▸ http://bit.ly/2oBlcQ0
Vincitore Borsa Teatrale Pancirolli 2014, Milano
Vincitore Festival Young Station 2014, (PO)
Vincitore OFFerta Creativa 2014, (BO)
Selezione Magnifico Teatro 2014, (BN)
Selezione Premio ConfrontiCreativi 2014, Roma
uno spettacolo Frigo Produzioni
ideazione e regia Francesco Alberici e Claudia Marsicano (Premio UBU under 35, 2017)
drammaturgia Francesco Alberici
assistente alla regia Daniele Turconi
SocialMente è uno spaccato atemporale della vita di due giovani totalmente alienati nel mondo dei social: in un’allucinazione continua scorrono i sogni di successo e gli incubi di fallimento di due soggetti desiderosi di essere ma incapaci di farlo.
La realtà è subordinata a un principio di virtualità, l’identità reale è complementare all’identità virtuale, “Se non sono su facebook, in parte non sono anche nella realtà”. Tutto ciò che non si condivide, non esiste.
I social network e la televisione sono contenitori all’interno dei quali si sviluppano e si sfogano pulsioni, emozioni e paure e ciò che agiamo al loro interno ha conseguenze, almeno emotive, anche nella realtà. Per contro, ciò che accade all’esterno e non sperimentiamo in prima persona, lo viviamo attraverso i mezzi virtuali. Senza voler esprimere giudizi su questi meccanismi, FRIGOPRODUZIONI tenta di analizzarli e descriverli mediante il linguaggio del teatro.
FRIGOPRODUZIONI
Ex-allievi di Quellidigrock, Alberici e la Marsicano hanno creato un pungente ritratto generazionale, tratteggiando due stralunati esemplari umani inebetiti dai talent show e alienati dai social network. I protagonisti di SocialMente, una ragazza obesa persa nel sogno di diventare una cantante di successo e un ragazzo dall’aspetto allucinato e dal pallore cadaverico per la scarsa propensione a uscire all’aria aperta, sono zombie che fissano nel vuoto, vivono tra lo schermo del televisore e un frigorifero con la F di Facebook, e intrecciano dialoghi dai ritmi esasperatamente rallentati, in tono meccanico, gelidamente impersonale.
La loro conversazione, a tratti alquanto surreale, eppure immersa in una quotidianità che ci sfiora da vicino e forse un po’ – nostro malgrado – ci appartiene, diverte e graffia coi suoi lampi di feroce ironia, ma risulta nel complesso sottilmente agghiacciante. I due sono colti in quella specie di limbo opprimente in cui stanno rintanati a coltivare i loro miraggi digitali, ma potremmo trovarli seduti accanto a noi in tram o incontrarli fra i banchi del supermercato.
La drammaturgia di Alberici è fatta di poche parole e di molti sguardi, di molti silenzi, di movenze epilettiche e compulsive. A questi scambi di battute si alternano interviste fuori campo sui social network, da cui affiora un’ansia di comunicare che non vince la solitudine: ho 540 amici – dice una voce – che però non mi salutano quando mi incontrano.