L'ORSO FELICE
Spettacolo Vincitore In-Box 2023
Menzione osservatorio critico In-Box Verde 2023
Miglior spettacolo Young and Kids presso Festival Internazionale di Teatro di Torino
Partecipante al Festival Internazionale di Teatro di Lugano
domenica 20 ottobre
ore 16.30
di e con Elisa Canessa e Federico Dimitri
produzione Pilar Ternera/Nuovo Teatro delle Commedie
con compagnia Dimitri/Canessa
costume dell’orso Gisella Butera, Matilde Gori e Chiara Manetti
dai 3 anni agli 8 anni
in collaborazione con
Lo spettacolo, tratto da L’orso che non c’era di Oren Lavie, indaga il tema dell’identità in modo poetico e leggero, come solo un Orso Felice può fare.
“C’era una volta, Tanto Tempo Fa, un Prurito.
Non era un prurito grandissimo.
Non era un prurito da niente.
Era un prurito normale.
E il prurito desiderava una bella grattatina. Tanto Tempo Fa.”
Nasce prima l’orso o il suo prurito?
La favola di Oren Lavie sembra chiederci la soluzione a questo indovinello che ricorda un famoso paradosso. Nasce prima l’uovo o prima la gallina? Dal Prurito dell’incipit, gratta gratta, nasce un orso. “Bè, tutti sanno che gli orsi si grattano quando sentono prurito, ma non molte persone sanno che i Pruriti si grattano perché sono Orsi!”
L’orso trova nella tasca della sua pelliccia un foglietto con una domanda (Tu sei me?) E tre indizi: sono un orso molto gentile, sono un orso felice e anche molto bello. Inizia così una storia semplice ma filosofica di un orso alla ricerca di se stesso, della propria identità, che cerca risposte a domande apparentemente semplici e lo fa relazionandosi con gli altri perché è solo attraverso i rapporti interpersonali che possiamo realmente capire chi siamo.
Intraprende allora il suo percorso nella Fantastica Foresta dove impara a riconoscere i diversi tipi di silenzio: il piccolo silenzio delle foglie, quello profondo della terra, l’antico silenzio degli alberi e il silenzio più silenzio di tutti, il suo. Il suo silenzio lo porta a fare la conoscenza della Mucca Mollacciona (una morbida mucca che assomiglia molto ad una poltrona!), del Penultimo Pinguino, a scoprire che è molto meglio annusare i fiori che contarli e che per andare Avanti, certe volte, è anche necessario perdersi!
Una storia semplice ma filosofica. Uno strano orso, sognatore, un po’ sulle nuvole, che cerca se stesso, la propria identità e la propria strada e lo fa sia guardandosi dentro (frugandosi nelle tasche!), che relazionandosi con gli altri, perché è anche e soprattutto con l’interazione con ciò che è “altro da sé” che si può scoprire chi si è veramente. Un viaggio per scoprire come ci vediamo e come ci vedono gli altri perché non tutti ci vedono allo stesso modo e forse siamo la somma di tutti questi sguardi… e di quelli che ancora non ci son stati rivolti.
L’orso felice vive davvero su un grande azzardo, avendo come protagonista un vero e proprio attore vestito da Orso (Federico Dimitri) che avrebbe in sè tutti i pericolosi germi della parodia. Lo spettacolo invece riesce in modo assolutamente poetico a parlare di identità osservando in scena un orso, proprio quell’ orso che gioiosamente in modo teatralmente naturale si comporta da orso, muovendosi a suo agio in una foresta realizzata con semplicissimi tubi di cartone che foresta è e ci appare.