LA MORTE E LA FANCIULLA
Stagione 2017-18
sabato 07 Aprile
ore 21.00
regia e coreografia Michele Abbondanza e Antonella Bertoni
con Eleonora Chiocchini, Valentina Dal Mas, Claudia Rossi Valli
musiche F. Schubert: La Morte e La Fanciulla
titolo originale Der tod und das mädchen
luci Andrea Gentili
video Jump Cut
organizzazione Dalia Macii
amministrazione e ufficio stampa Francesca Leonelli
produzione Compagnia Abbondanza/Bertoni
Come già Matthias Claudius nel testo del Lied e Franz Schubert nel quartetto d’archi in re minore, abbiamo seguito il tema della morte accompagnata a giovani figure femminili sul crinale di un confine oscuro tra sessualità e morte; nello spettacolo questi due aspetti sono così distinti: piano coreografico (la fanciulla) e piano video (la morte).
LA COREOGRAFIA
La danza e la musica di Schubert appartengono al mondo della “Fanciulla”. Sul palcoscenico orizzontale la coreografia, una sorta di stenografia bruciante, segue rigorosamente, fino all’evidenza e all’eccesso, gli impulsi musicali. In questa direzione troviamo i corpi nella loro essenza: privi finanche di quell’ultima copertura possibile, fisica ed emotiva. Nudi, come al cospetto della morte.
IL VIDEO
Nei video diamo l’immagine che “la Morte” ha di noi. è uno sguardo sul contemporaneo: sfalsato e distorto, che ci restituisce un presente virtuale in antitesi con l’accadimento “live” della coreografia. Sul palcoscenico verticale (lo schermo), l’occhio della videocamera riflette la visione invadente e sempre presente dell’antagonista delle fanciulle. Il suono è quello silente del velato e inquietante respiro della morte, sospesa tra i quattro movimenti del quartetto d’archi.
“Un balletto di straziante bellezza, ispirato al celebre quartetto di Schubert. Dico “balletto”, poiché la coreografia di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni è di impianto classico, seppur venata di tensioni e stridori tutti contemporanei. In scena, le tre splendide e intense interpreti, partono da una incarnazione, quasi una azione mimata, dell’altrettanto noto e commovente Lied scritto dallo stesso Schubert. Il tema è tragico: la fine di tutte le cose, la scomparsa o la perdita della bellezza. “Dammi la tua mano/bella creatura delicata” dice la Morte. La bellezza infinita e amara del corpo femminile diventa, nel crescere dello spettacolo, una macabra evidenza del sepolcro, uno stordente “memento mori”. La perfetta forma, le volute e le mordidezze di corpi giovani, tesi, muscolosi, nervosi, i lunghi capelli sciolti: nelle dinamiche compositive, sull’incalzante e straziante musica di Schubert, quei corpi sono le Tre grazie di Canova o le tre età di Klimt, sono la danza di Matisse o le affilate sagome di Giacometti, sono Schiele o Masaccio. Sono Erinni e Muse, Baccanti e streghe, Ninfe e animali. Sono la Bellezza, insomma, tagliente come un sogno che svanisce freddo: sono gli scheletri oltre il candore della pelle. Alternando assoli frenetici e passi a due (o tre), con inserti a terra che non risparmiano violenza e fatica. L’erotismo, l’amore, il sesso, la gioia, la vita sono là, che si dissolvono, che si sfumano nella grazia infinita di anime e corpi che non saranno più. E il rimbombo cupo, ostinato di un tuono fa tremare non certo per il freddo”.
Andrea Porcheddu
Gli Stati generali
Abbondanza / Bertoni
Michele Abbondanza e Antonella Bertoni si incontrano a Parigi nel 1988 e al loro ritorno in Italia fondano la compagnia che porta il loro nom. Dopo quasi trent’anni di pluripremiata attività in Italia e all’estero con oltre 40 creazioni ed essere riconosciuti maestri per giovani e futuri coreografi, la loro Associazione Trentina Formazione Produzione Danza e Spettacolo,altro nome della compagnia A/B, è riconosciuta oggi come una delle realtà artistiche più importanti e vitali del panorama italiano.