SAUL
Liberamente tratto dall’Antico Testamento e Saul di André Gide
MENZIONE SPECIALE ALLA BIENNALE DI VENEZIA 2018, CONCORSO REGISTI UNDER 30
Stagione 2019-20
sabato 01 Febbraio
ore 21.00
regia Giovanni Ortoleva
drammaturgia Riccardo Favaro, Giovanni Ortoleva
con Alessandro Bandini, Marco Cacciola, Federico Gariglio
scenografia Marta Solari
produzione Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse – Teatro i – Arca Azzurra Produzioni
in collaborazione con AMAT e Comune di Ascoli Piceno
progetto di MiBAC e Regione Marche coordinato da Consorzio Marche Spettacolo
Nell’Antico Testamento, Saul compare come il primo re d’Israele. Quando il giovane David riesce a sconfiggere il gigante Golia, diventa evidente che il suo ruolo è più grande di quello per cui è stato annunciato, e l’amore iniziale del Re si trasforma in feroce gelosia.
L’incapacità di Saul di accettare la fine del proprio dominio e il suo rapporto ambivalente con David costituiscono il paradigma dell’uomo che cade. La sua parabola è quella di un frontman in declino, confinata in una camera d’hotel, in attesa di essere superata. Re, padre, rockstar. Saul cerca di resistere al cambiamento, alla fine della sua stirpe, al cancellarsi del proprio nome. La sua lotta è una lotta contro il procedere del tempo.
Quello di Saul è forse il primo mito consegnatoci dalla tradizione occidentale a parlare di fallimento individuale; e il fallimento è oggi l’orizzonte più buio, quello che sembra attendere un pianeta che non è stato capace di prendersi cura di se stesso, un sistema sociale basato su un’economia che non sa controllarsi.
La riscrittura di questo testo, partita dall’Antico Testamento, si è nutrita forse più di cinema e musica che della lettura di testi sull’argomento, anche se il Saul di André Gide è stato un riferimento cardinale di questo lavoro.